Il potenziale contributo dell’Hybrid Cloud al bene del pianeta non è una trovata promozionale, ma una realtà ormai dimostrata. E il ragionamento può essere esteso a tutto l’universo del Cloud Computing. Lo conferma, fra gli altri, la voce del World Economic Forum, ricordando che questa tecnologia è destinata a giocare un ruolo cruciale nell’ormai imprescindibile riduzione dei gas serra: grazie alla “nuvola”, dicono infatti i calcoli, il complesso delle tecnologie ICT favorirà la riduzione sino al 15% delle emissioni globali.
Un’indagine di Spec Innovation – “6 Sustainable Goals accomplished through Cloud Computing” – tira in ballo, più in generale, l’Agenda 2030 dell’Onu. Lo studio dice infatti che l’uso dei servizi in cloud può contribuire a centrare alcuni dei 17 SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) delle Nazioni Unite, in particolare:
- Costruire infrastrutture resilienti, promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione;
- Promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile.
Il peso dell’Hybrid Cloud sull’ambiente
Ma è sull’Obiettivo 12 – Consumo e produzione responsabili: garantire modelli di consumo e produzione sostenibili – che il Cloud gioca la sua partita più importante. A riprova di quanto già sostenuto dal WEF, anche per Spec Innovation il cloud computing offre infatti una soluzione migliore rispetto alle alternative quando si tratta di ambiente. La “nuvola”, viene spiegato, ha emissioni di gas serra inferiori del 98% ed è più efficiente dal punto di vista energetico del 93% rispetto ai data center on-premise.
Hybrid Cloud: una leva nelle mani delle imprese
Vediamo dunque, nel concreto, in che modo il cloud computing, e più nello specifico l’Hybrid Cloud, può rivelarsi un driver chiave per le sorti del pianeta grazie all’azione delle aziende.
Ad oggi i data center sono infrastrutture sempre più fondamentali ma anche sempre più energivore: per dare un ordine di grandezza, citando un rapporto del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti dedicato proprio a questo tema, ad essi è attribuito circa il 2% del consumo totale di elettricità degli Usa. Una loro trasformazione green può quindi rivelarsi molto rilevante per il futuro del mondo.
Oltre al bisogno di avvalersi di infrastrutture sempre più performanti ed efficienti, le organizzazioni oggi si trovano spinte anche da crescenti pressioni al rispetto dei criteri Ambientali, Sociali e di Governance. Solo nel 2020, per citare ancora un dato WEF, l’85% degli investitori ha considerato i fattori ESG nei propri investimenti. In questo articolato scenario prende posto l’Hybrid Cloud, la cui importanza si sta rivelando decisiva per agire su entrambi i fronti.
Ma che cos’è l’Hybrid Cloud? Con questa espressione si intende una combinazione di cloud privati e pubblici che l’azienda utilizza separatamente: il pubblico, ad esempio, per comunicare con i clienti, il privato per mantenere le proprie misure di sicurezza. Si tratta di una rete che può essere controllata internamente ed esternamente, consentendo ampi margini di flessibilità. Il quesito è: avvalersi di questo standard ha un peso concreto sulle performance ESG dell’organizzazione? Sulla scia di quanto appurato dai grandi studi internazionali, la risposta è sì.
4 modi in cui l’Hybrid Cloud aiuta l’azienda ad essere sostenibile
Vediamo dunque di capire in quali modi l’Hybrid Cloud aiuti l’impresa, e i suoi processi, a diventare più sostenibile.
- L’Hybrid Cloud comporta un ridotto consumo energetico rispetto ai data center locali. Se, infatti, i centri dati locali richiedono sistemi di alimentazione e raffreddamento costati per ridurre i rischi di surriscaldamento, i sistemi Cloud non ne hanno bisogno. In questo senso, alcune proiezioni stimano fino all’87% la potenzialità di riduzione dei consumi.
- Riducendo al minimo fabbisogno e consumo energetico – aggregando data center in strutture su larga scala che gestiscono in modo efficiente l’energia, ma anche favorendo il lavoro da remoto e quindi il risparmio sulle emissioni di automobili – l’Hybrid Cloud riduce conseguentemente anche le emissioni di carbonio aziendali. La stima, in questo senso, è monumentale: se tutti i data center globali passassero al cloud computing entro il 2024, si potrebbero risparmiare 1,6 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra.
- L’Hybrid Cloud utilizza le tecniche di virtualizzazione (invece di avere più macchine, il cloud computing può infatti creare virtualizzazioni su un singolo server): questo consente di ridurre al minimo l’hardware e gli sprechi che ne derivano.
- L’Hybrid Cloud è una leva importante per favorire l’efficienza energetica: grazie a un’appropriata allocazione delle risorse, le infrastrutture cloud sono estremamente più efficienti di quelle locali.
L’importanza dell’ecosistema: data center green alla base di tutto
Il tassello cruciale del ragionamento, tuttavia, resta a monte di tutto.
Il fattore principale per rendere il cloud computing un driver chiave per la decarbonizzazione è lo sviluppo sempre più ampio dei green data center, basati sull’utilizzo di fonti rinnovabili per l’alimentazione e il raffreddamento degli impianti, su sistemi di illuminazione sostenibili, processi fluidi e perfettamente funzionali e il coinvolgimento di personale iper-specializzato.
Per favorire una vera transizione in grado di rendere più sostenibili non solo le singole operations aziendali, ma anche l’intero ecosistema ICT, con benefici tangibili e importanti sull’intero pianeta, è necessario quindi che la conversione dei data center in senso green sia sempre più diffusa, sentita e richiesta. E solo la voce delle imprese, unificandosi in questa unica istanza, può davvero essere la base per un cambiamento radicale delle cose.