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Performance management nell’era digitale: come cambia e come adattarsi

Fra tutte le discipline che contribuiscono a comporre il know-how aziendale, il Business Performance Management è tra quelle che più risente delle evoluzioni tecnologiche e dei cambiamenti storici e culturali. La sua stessa definizione si è modellata nel corso del tempo, spostandosi da un contesto più statico e operativo a uno di impronta dinamica e strategica.

Cos’è il Performance Management

In termini generici, il Performance Management comprende l’insieme di attività, approcci e strumenti che consentono alle organizzazioni di raggiungere i propri obiettivi in modo efficiente e puntuale, grazie all’allineamento delle risorse e alla misura delle prestazioni. Si tratta di una funzione che, per sua stessa natura, è soggetta a continue revisioni: le modalità di raggiungimento degli obiettivi aziendali non sono infatti fisse e immutabili nel tempo, ma si fondano sulle possibilità offerte dalle condizioni storiche, infrastrutturali, culturali e organizzative in cui si opera.

In una realtà cangiante come quella attuale, poi, questo ruolo deve ancor più ripensare se stesso: abbandona cioè la tradizionale impostazione amministrativa ed entra in un’ottica più ampia, incentrata sui processi, le persone, gli obiettivi e le opportunità.

Il ruolo della funzione AFC nel Performance Management

La funzione AFC gioca una parte di primo piano nel Performance Management. La gestione, il controllo e l’analisi delle prestazioni aziendali sono infatti fra i compiti più importanti delle figure amministrativo-finanziarie, CFO in primis. Nelle sue mani risiede la capacità di creare valore aggiunto per l’impresa, fornendo strumenti e informazioni a supporto dei processi decisionali del management, il quale si trova di fronte a nuove sfide competitive che ridisegnano di continuo il concetto di performance.

In questo quadro, la funzione AFC offre un supporto fondamentale, procurando informazioni strategiche sulle attività più critiche per il conseguimento di un vantaggio competitivo duraturo.

Ma in che modo fa questo?

L’evoluzione del Performance Management

Per comprendere quali siano gli strumenti operativi di cui oggi il CFO dispone in termini di Performance Management, che nel suo ambito si configura come controllo di gestione, bisogna brevemente spiegare come siano cambiati i tempi e le situazioni.

Tradizionalmenteil centro dell’attenzione dei controlli di gestione erano i processi interni: ci si concentrava cioè sull’analisi, la ricerca e la previsione di informazioni di natura economico-finanziaria e operativa, con l’obiettivo di misurare gli scostamenti rispetto alla performance pianificata.

Il Performance Management in tempi recenti

Lo scenario competitivo che si è instaurato negli ultimi anni (caratterizzato da nuove problematiche strategiche, introduzione di tecnologie flessibili, innovazione in termini di attività e business, stile di management e cultura organizzativa) ha cambiato questa concezione. Risultato: il Performance management si è perfezionato e il ruolo dei sistemi di controllo si è fatto sempre più ampio, superando l’atavica distanza fra pianificazione ed esecuzione della strategia.

Tecnologie e Performance Management

Fra le più importanti conseguenze di questa evoluzione c’è la definizione di un nuovo rapporto con le tecnologie. Da sempre supportato dall’informatica, il controllo di gestione attuato dalla funzione AFC nell’ambito del Performance Management ha infatti intensificato ulteriormente il suo legame con l’IT.

I nuovi sistemi informativi, in questo senso, si stanno dimostrando di grande utilità: diventano cioè una piattaforma integrata per sviluppare relazioni più aperte e collaborative con i fornitori ed i clienti, e concedono all’azienda di concentrarsi maggiormente sulle proprie competenze distintive, decentrando al massimo la parti del processo non core.

Per il controllo di gestione si è delineata un’era in cui si estingue la sua tradizionale funzione di monitoraggio delle principali aree operative per diventare un “sistema nervoso digitale”, ovvero un sistema che si estende fino alle catene del valore dei propri clienti e fornitori, pronto a registrare ogni dato operativo e a filtrare gli stimoli strategici che dalla periferia devono arrivare al vertice.

Ma quali sono le variabili critiche che il CFO deve saper monitorare nella sua attività di Performance management? E quali sono gli strumenti concreti a sua disposizione?

Il Performance Management evolve con la Business Intelligence

Gli strumenti tecnologici a supporto dei processi, ad esempio, hanno assunto un ruolo nevralgico: se un tempo il loro obiettivo era semplificare e razionalizzare i processi aziendali, automatizzando le procedure ed evitando così ridondanze ed errori di imputazione dei dati, nel tempo il loro apporto si è fatto più sofisticato ed esteso, arrivando a produrre un’abbondanza di informazioni e dati bisognosi di analisi trasversali. Sono così nate le soluzioni di Business Intelligence, capaci di far dialogare fra loro proprio queste moli di dati, creando analisi e report ad hoc per tutte le funzioni aziendali.

I benefici della Business Intelligence per il Performance Management

Per il CFO si è trattato di un passo avanti importante: in ambito finanziariola BI viene infatti da tempo utilizzata comeimportante strumento operativo dai controller, dai pianificatori e dagli addetti al budget a supporto delle loro attività. Ma i benefici in termini strategici si completano solo se arricchiti da soluzioni software integrate, progettate per gestire in toto le performance aziendali e i processi strategici di gestione. Nella consapevolezza che in futuro tali sistemi di controllo saranno sempre più costituiti da database real-time, in cui i manager potranno trovare ed elaborare informazioni per affrontare problematiche specifiche e contingenti.

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